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Mattino al Mart

Finalmente fisicamente al Mart di Rovereto, uno spazio museale avvolgente, contemporaneo, un’architetta rispettosa di un percorso mentale, rotondamente adattato al pensiero e alla collezione. La permanente ha sicuramente la dignità che ci si aspetta, più debole ma interessante la temporanea.



La mia attenzione si sofferma su ciò che ancora considero la mia “confort zone”: un simpaticissimo Munari del ‘33 il cui titolo  è perfettamente nelle mie corde.

“Otto colori in un quadrato”.



Implacabile Melotti e stimolanti tutti i futuristi. Cammino e facilmente riconosco la qualità nella sequenza degli allestimenti, Depero e Carrá dal vero entrano in risonanza con la mia sensibilità, Casorati avvincente, Severini e Prampolini inquietanti, Balla invece avrà un seguito nella mia produzione , penso, ho bisogno di elaborare con una nuova estetica ciò che era già nuovo.

Mi incuriosisce, stimola un movimento mentale, ci sono ancora alcuni elementi reali che si possono ritenere.



Il fatto che nella storia si sperimenti un linguaggio completamente non figurativo, con forme prive di corrispondenza con la realtà visibile è uno “step” che mi intriga e che sto ancora metabolizzando con lentezza. Mi piace fruirne, mi interessano i paesaggi interiori di Evola, l’avanguardia , il suicidio artistico dopo pochi anni, l’elemento astratto, esoterico , con lo sguardo rivolto alle dottrine orientali, e alla fine filosofico. Un viaggio divertente , di forme,  colori, linee e messaggi in codice. Tutto ciò che mi aspetto da un percorso artistico.



In conclusione il mio rispetto e ammirazione alle sculture di Giuliano Vangi, che non conoscevo, e con sorpresa ho apprezzato dalla prima all’ultima opera.



Alluminio policromo, vetro, porcellana…la “Donna che ride”. Nel ‘68 , appare come una disabile, ma lei è una Donna che ride e questo è. Intenso. Il resto delle opere e dell’allestimento , soprattutto quando la scultura si interfaccia con lo sfondo del disegno che la rappresenta, ….superlativo!





2 Comments


Luca Cicchini
Luca Cicchini
Jul 16, 2022

L’incanto e l’immedesimazione si fondono nella mente e nel cuore dell’autore che ci guida fra gli allestimenti ma anche nel susseguirsi di paesaggi interiori che le opere evocano in lui. Si genera così il desiderio di potersi abbandonare al medesimo transfer. [L.C.]

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Luigi Ragazzi
Luigi Ragazzi
Jul 14, 2022

L'autore ha la capacità di immedesimarsi con le opere esposte al MART e i loro autori, e di trasferire al lettore questo suo stato d'animo (l.r.)

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