“Human Brains” a Fondazione Prada Venezia, ed io non potevo sottrarmi a una visita così pertinente all’utilizzo del cervello e delle sue derivazioni in campo visivo.
Chi ha pensato di godere della fruizione di arte contemporanea, questa volta potrebbe seriamente essere deluso, ma non indifferente alla complessità del progetto curato in queste splendide sale del palazzo Ca’Corner della Regina a Venezia.
Di primo acchito, nonostante la cura magistrale, una volta presa consapevolezza del progetto e della sua ambizione allestito anche con copie e fotocopie di reperti e manoscritti come preziosissimi oggetti d’arte, si rimane interdetti…
Ma la preziosità della sequenza temporale e l’importanza del contenuto vincono qualsiasi resistenza alla polemica.
Il processo che porta allo studio del nostro cervello, passo dopo passo, nei 5 continenti e da epoche remotissime è affascinantissimo. L’approccio multidisciplinare mira alla comprensione del nostro organo del pensiero, delle sue funzioni e della sua centralità nella storia del genere umano.
La mostra si articola in maniera ordinata e i campi d’indagine si sovrappongono, si mescolano e si fondono analizzati da molteplici punti di vista.
Arte, architettura, scienza, medicina, anatomia, superstizione, viaggi mentali e voci fuori campo. Compatti a raggiungere un obiettivo: Il progresso nella conoscenza del cervello , delle sue funzioni e delle sue patologie.
A volte filosofica, a volte religiosa e a volte sadica, si ha l’impressione che la ricerca compia passi con risultati sempre più puntuali man mano che ci si avvicina alla nostra epoca, evidenzia vuoti di sapere e una tensione ad un sapere più preciso.
Impressiona Rembrandt, una porzione, ciò che rimane di un incendio…ma l’operazione al cervello è evidentissima.
Da sperimentare l’installazione al buio , circondati dalle voci e le immagini su schermi dei neuroscenziati e l’operazione mentale che ne deriva cercando di prestare attenzione alla sequenza e ai contenuti.
Personalmente interessanti i rotoli giapponesi con le raffigurazioni anatomiche eseguite in epoca Edo da Seii Sugawara, influenzate da un atlante anatomico di origine occidentale. Evidente lo stile di disegno giapponese.
Contemporanei i disegni e le rappresentazioni dei neuroni e delle loro connessioni.
E per chi non avesse visto dal vivo la bellezza architettonica delle aule di medicina delle antiche università di Padova e Bologna, due plastici in proporzione che rendono l’idea della solennità dell’argomento.
Sempre sinteticamente profondo. Ci sorprende come al solito, e ci appassiona con poche parole.